Lettera della SIF

ANNO IV N.13 Dicembre 2000


Periodico della Società  Italiana di Farmacologia - fondata nel 1939
Riconosciuta con D.M. del MURST del 02/01/1996
Iscritta Tribunale di Milano N. 1489 Vol. 62 pag. 459
C.F.: 97053420150 - P.I.: 11453180157

 

SOMMARIO

 
Dal Consiglio Direttivo
La Nostra Ricerca
(a cura di Ennio Ongini)
Premi e Borse di Studio
Questa volta vi segnaliamo
Congressi e Corsi di Farmacologia

 

 

Dal Consiglio Direttivo
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Cari Soci,

nei giorni 18 e 19 settembre 2000 si è tenuto a Roma un Convegno, organizzato congiuntamente dalla SIF, SIFO e SSFA, il cui scopo è stato quello di promuovere momenti di riflessione, di confronto e di sensibilizzazione sulle problematiche intorno alle quali si svolge l’attività dei Comitati Etici.
Riporto in sintesi le raccomandazioni del gruppo di lavoro costituito dai Presidenti e da Soci della SIF, SIFO e SSFA.

Premessa.  I punti di seguito elencati rappresentano, a giudizio del Gruppo di Lavoro, le principali aree di dibattito emerse durante il Convegno. Non si tratta, pertanto, di una revisione esaustiva di tutti gli argomenti trattati ma, ci si  augura, di una utile traccia di lavoro sulla quale le 3 Società continueranno il loro sforzo congiunto.

-  Le Società sottolineano l’importanza del Convegno che ben si inserisce in una strategia volta a valorizzare la Ricerca Clinica in Italia ed il ruolo del Comitato Etico (CE).  Molte iniziative, soprattutto a seguito dei noti Decreti del 1998, si sono succedute su questi temi.  Il Convegno di Roma, tuttavia, presenta almeno 2 importanti peculiarità (a) la sinergia fra 3 Società Scientifiche che, pur nel rispetto delle diverse professionalità e competenze che rappresentano, sentono forte il bisogno di confronto e cooperazione; (b) il tentativo, nonostante il breve tempo a disposizione, di approfondire alcuni temi specifici di pertinenza del CE, superando pertanto la sola analisi della normativa vigente e del relativo rispetto formale.

-  Le Società apprezzano il contributo degli interventi con particolare riguardo alla presenza di autorevoli esponenti del Ministero della Sanità, interlocutore fondamentale per il rilancio di una efficiente e competitiva Ricerca Clinica nel nostro Paese.
A questo proposito accettano con piacere l’invito rivolto dal Dr. Martini, Direttore Generale del Dipartimento Valutazione Medicinali e Farmacovigilanza, affinché le Società continuino a cooperare ed a elaborare proposte che possano essere oggetto di confronto con le Istituzioni.

-  Le relazioni esposte durante il Convegno ed il relativo dibattito hanno evidenziato l’estrema complessità che deve gestire il CE, complessità che grazie all’aumento progressivo delle conoscenze in campo biomedico, non potrà che aumentare in futuro. Per questa ragione le Società sono convinte che la competenza farmacologica all’interno del CE risulta essere un fattore chiave di successo. Per “competenza farmacologica” s’intende l’insieme delle conoscenze relative alla farmacodinamica, farmacocinetica, tossicologia, farmacoterapia, farmacoeconomia, farmacovigilanza, legislazione e tecnica farmaceutica etc.  Ne consegue che - così come per il farmacista - la presenza del farmacologo nella composizione del CE debba essere recepita come obbligo e non semplice raccomandazione.

-  Le attività del CE devono essere sostenute e valorizzate dai Responsabili della Struttura presso cui lo stesso CE opera. E’ pertanto fondamentale la presenza di una Segreteria Scientifica dotata delle necessarie componenti organizzative e di processo ed i cui compiti non possono essere delegabili.  Per la necessaria competenza farmacologica richiesta, è opportuno che l’Ufficio di Segreteria venga affidato al farmacista o, in alternativa, al farmacologo del CE. Inoltre, si richiama l’attenzione ad una efficiente adesione al progetto dell’Osservatorio del Ministero della Sanità che, attraverso l’impiego della rete informatica, consente un utile scambio di informazioni fra gli attori che operano nella Ricerca Clinica.

-  Le Società condividono la rilevanza del CE Coordinatore negli studi multicentrici e ne ribadiscono la centralità delle decisioni in merito al giudizio di notorietà, emendamenti e reazioni avverse. La segnalazione di reazione avversa e gli emendamenti devono pervenire al CE Coordinatore il quale, dopo opportuno esame, esprimerà un parere relativamente alla prosecuzione dello studio.  Il parere, accompagnato dalle motivazioni, dovrà essere inviato dallo Sponsor a tutti i CE partecipanti.  Questi ultimi potranno accettare o rifiutare il parere e decidere autonomamente le modalità di prosecuzione dello studio.
La “Centralità decisionale”, peraltro già espressa dai decreti, non deve tuttavia appiattire il dialogo con gli altri CE che afferiscono ad uno studio multicentrico, i quali devono mantenere la propria indipendenza di giudizio.

-  Sul Giudizio di Notorietà, gli esempi riguardanti la verifica delle condizioni di affidabilità ben esprimono la complessità e la necessità di un’indagine accurata da parte dei CE. Come principio generale si auspica che il Giudizio di Notorietà possa diventare la reale espressione di valutazione di un piano clinico generale e non il giudizio di un singolo protocollo di studio.  In tal senso si ritiene che l’attuale legislazione debba essere aggiornata.

-  E’ necessario definire anche le modalità di esecuzione e conduzione degli studi non sponsorizzati.

-  I protocolli devono garantire la pubblicazione dei risultati attraverso modalità e tempi da definire.

-  E’ necessario assicurare una continuità terapeutica ai pazienti che hanno tratto beneficio dalla terapia sperimentale, secondo modalità che devono essere stabilite caso per caso.

-  Si concordano i temi prioritari che dovranno essere sviluppati dai Gruppi di Lavoro e successivamente condivisi in incontri dedicati:

I miei più affettuosi auguri per le prossime festività e arrivederci a Birmingham.

Vincenzo Cuomo

La Nostra Ricerca (a cura di Ennio Ongini)
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In Italia ci sono gruppi di ricerca che ottengono risultati di alta qualità, riconosciuti a livello internazionale.  Con questa rubrica vogliamo portare all’attenzione alcuni esempi rappresentativi, prendendo spunto da pubblicazioni recenti.
“Dall’Università e dal CNR”
S. Ruiu, G. Marchese, P.L. Saba, G.L. Gessa e L. Pani
The 5HT2 antagonist ritanserin blocks dopamine re-uptake in the rat frontal cortex.
Molecular Psychiatry, 2000, 5, 673-677

In ottobre ho visitato il nuovo centro ricerche “Neuroscienze”, inaugurato lo scorso anno, a 15 min dall’aeroporto di Cagliari sulla strada verso Forte Village e Chia Laguna.  E’ stata una piacevole sorpresa. Avevo già visto posti simili, non in Italia però. Mi ha ricordato alcune start-up della California.  Una spianata ampia con edifici nuovi dedicati a Informatica e Telecomunicazioni (CRS4 e Atlantis) nell’ambito della sede provvisoria del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna. In una delle palazzine prefabbricate ci sono i laboratori della “Neuroscienze S.c.a.r.l.” All’interno un ambiente dinamico, attrezzature moderne, ultima generazione, un’atmosfera piacevole. Qui ho incontrato il Prof. GL Gessa nella sua veste di Presidente del centro che mi ha descritto, con il solito entusiasmo contagioso, di questo gruppo nascente e del suo sviluppo successivo. Interessante! Ho pensato quindi di trasmettere ai soci SIF alcune note prendendo spunto da uno dei lavori appena pubblicati dallo stesso gruppo di ricerca. Ne parliamo con il Dr. Luca Pani, Ricercatore del CNR, “prestato” in qualità di Amministratore Delegato a  “Neuroscienze”.

Un commento su “Neuroscienze”.   La struttura e come siete organizzati.  I vostri obiettivi.
“Neuroscienze” è uno spin-off, come va di moda dire in questo periodo. Una gemma che nasce dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Cagliari, ed è l’espressione nella ricerca applicata della Scuola di Neurofarmacologia diretta dal Prof. Gessa.  La struttura è quella di una società consortile a responsabilità limitata costituita dall'Università di Cagliari, da un organismo regionale (il Consorzio Ventuno) e da alcuni soci privati.
“Neuroscienze” svolge la propria attività di ricerca nel campo delle tossicodipendenze e dell'alcolismo, della depressione, dell'ansia, dei disturbi del sonno e dell'alimentazione, con l'intento di comprenderne le basi neurobiologiche ed individuare nuove strategie terapeutiche. A tal fine, utilizza metodiche di biologia molecolare, neurochimica, elettrofisiologia, morfologia e farmacologia comportamentale, che consentono di sviluppare la ricerca dallo studio del gene ai modelli animali. Al momento conta su un organico di circa trenta ricercatori, la maggior parte dei quali ha completato la propria formazione presso prestigiosi laboratori di ricerca all'estero.
“Neuroscienze” collabora stabilmente con il Dipartimento di Neuroscienze "Bernard B. Brodie" dell'Università di Cagliari, il Centro per la Neurofarmacologia del CNR di Cagliari, il Dipartimento di Scienze del Farmaco e il Dipartimento Farmaco Chimico Tossicologico dell'Università di Sassari, l'Istituto di Chimica Farmaceutica e Tossicologica dell'Università di Milano e l'Istituto di Medicina Interna dell'Università Cattolica di Roma.

Qual è il risultato più importante che avete ottenuto?
La realizzazione in poco tempo (meno di un anno) di un progetto che oggi consente ai ricercatori coinvolti di poter lavorare in un ambiente stimolante. Dal punto di vista strettamente scientifico i principali progetti attualmente in corso di svolgimento riguardano lo studio di nuove strategie farmacologiche per la terapia del dolore, dell'alcolismo e delle tossicodipendenze, attraverso la sintesi di nuove molecole e la sperimentazione di estratti da piante medicinali. “Neuroscienze” si propone inoltre di individuare in estratti di piante officinali principi attivi ad azione ansiolitica, antidepressiva e sedativa rivalutando con rigorosi criteri scientifici le informazioni, sovente aneddotiche, provenienti da diverse etnofarmacologie.
 
E’ quindi una tappa di un percorso molto lungo
L’idea di fondo è che “Neuroscienze” intende valorizzare i risultati della ricerca attraverso la realizzazione di brevetti e di accordi con aziende farmaceutiche per lo sfruttamento industriale e commerciale degli stessi e prevede un costante investimento degli eventuali profitti nel potenziamento delle proprie risorse umane e strutturali. Un percorso lungo ma certamente stimolante.

Il contributo del “gioco di squadra”?
Impegno, responsabilità, lealtà e spirito di iniziativa sono state le caratteristiche distintive di tutti coloro che hanno partecipato a quest'impresa e che hanno ora davanti a sé l'opportunità di vederla crescere. Gli stessi soggetti sono consapevoli che solo attraverso la collaborazione tra i ricercatori e tra i diversi laboratori si potrà raggiungere l'obiettivo di sviluppare una ricerca di base che sia allo stesso tempo ricerca applicata e che possa condurre dallo studio del gene sino ai modelli animali.

Parliamo della pubblicazione. E’ pubblicata su una rivista di settore di elevato impatto.
Stiamo lavorando sugli antipsicotici atipici e durante uno screening per valutare altri possibili meccanismi d’azione di molecole ad azione antagonista sui recettori 5HT2 abbiamo trovato che la ritanserina, un potente antagonista dei sottotipi 2A e 2C, era anche in grado di bloccare la ricattura della dopamina. Esperimenti successivi ci hanno consentito di chiarire che l’antagonismo 5HT2A non è essenziale per le caratteristiche atipiche di un antipsicotico, a differenza di quanto sinora ritenuto. Ciò significa che nella farmacologia degli antipsicotici atipici, un antagonismo sui recettori 5HT2A  è meno importante di quello su altri recettori come i 5HT2C o, come indicato da alcuni studi recenti di Devoto e Gessa, dei recettori adrenergici a-2.
Per quanto  riguarda la pubblicazione ci ha fatto molto piacere che la seconda rivista di psichiatria al mondo per impact factor, lo abbia accettato in meno di due settimane.

“Dall’Industria”
C’é il luogo comune che in Italia si faccia poca ricerca farmaceutica. In parte é vero, soprattutto se ci si confronta con i Paesi di riferimento; tuttavia, ci sono realtà interessanti, dove laureati in discipline biomediche fanno ricerca di primo livello. Con questo breve resoconto vogliamo segnalare un esempio significativo.

CENTRO RICERCHE SCHERING-PLOUGH

A conclusione del mio lungo percorso in qualità di Direttore Ricerche alla Schering-Plough  vorrei illustrare, sia pur brevemente, le linee di ricerche ed i risultati conseguiti di recente in questo interessante centro ricerche che si è guadagnato una eccellente immagine in Italia ed a livello internazionale.
Lascio il gruppo di ricerca con non poca sofferenza sia per il lungo percorso fatto in comune con alcuni ricercatori e sia per i progetti a cui sono affezionato. Alla fine però è prevalsa l’attrazione per una nuova  avventura, la formazione di un nuovo centro ricerche farmaceutiche, situazione che capita raramente in Italia.

I laboratori
Alcune informazioni di base: 30 ricercatori in un ambiente moderno presso il Parco Scientifico San Raffaele (nell’edificio ormai conosciuto come DIBIT). I laboratori sono nuovi, attrezzati con strumenti avanzati per affrontare ricerche nel campo delle neuroscienze. Il centro è parte del dipartimento di neuroscienze della Schering-Plough in New Jersey (USA).

Linee di ricerca
L’obiettivo è di individuare target biologici appropriati per la ricerca di farmaci innovativi per il trattamento di malattie neurodegenerative, quali Parkinson ed Alzheimer.  Inoltre, sono stati affrontati progetti riguardanti altre patologie quali il dolore neuropatico (Br J Pharmacol, 1999,  128, 1252-1258) o l’ictus cerebrale (J Neurosci, 2000, 20, 4398-4404;  Eur J Neurosci, 2000, 12, 2265-2272).  Risultati interessanti per il risvolto applicativo sono stati ottenuti con gli antagonisti selettivi per il recettore A2A dell’adenosina.   Su questo argomento si è raggiunta una posizione leader, riconosciuta a livello internazionale (PNAS, 2000, in press).  Alcuni composti sono efficaci in  vari modelli sperimentali del m. di Parkinson grazie al blocco selettivo dei recettori A2A di cui sono ricche le vie nigrostriatali.  L’aspettativa è di sviluppare una terapia innovativa rispetto ai classici approcci basati su L-DOPA oppure agonisti dopaminergici.   Per quanto riguarda l’Alzheimer sono stati caratterizzati topi transgenici che esprimono mutazioni per la presenilina-1 caratteristiche di numerose forme di Alzheimer familiare.   Con questi modelli si è contribuito a migliorare le conoscenze sul ruolo della presenilina-1 nella morte neuronale (PNAS, 2000, 97, 12822-12827) oltre che aver definito meglio un modello animale per studiare nuove molecole quali gli inibitori delle b o g secretasi, enzimi coinvolti nella formazione di placche di  b-amiloide.

Collaborazioni con altri centri ricerca
Innanzitutto c’è un’integrazione profonda con i ricercatori di Kenilworth in USA sia tramite contatti quotidiani e sia attraverso incontri in NJ, in Italia oppure in occasione di Congressi.
In generale, le collaborazioni con l’università  sono una parte rilevante  di ogni progetto di ricerca. Ad esempio, il progetto su antagonisti dei recettori dell’adenosina è iniziato anni fa collaborando con gruppi di farmacologia e chimica farmaceutica dell’Università di Ferrara. Oggi sullo stesso progetto sono impegnati ricercatori di Harvard e di Rouen con i topi knock-out per il recettore A2A, gruppi esperti in modelli di Parkinson a Cagliari e Quebec City oltre che di medicina nucleare dello stesso San Raffaele. Il progetto sulla presenilina-1 avviene in collaborazione con il centro delle malattie neurodegenerative di Toronto e con l’Università di Brescia. I modelli di dolore neuropatico sono stati sviluppati insieme a ricercatori del Karolinska.
Accanto a queste collaborazioni ci sono continui interscambi scientifici con ricercatori di numerose università italiane, fra cui Milano, Firenze, Camerino per citarne alcune, oltre che varie unità di ricerca del San Raffaele.

I ricercatori
La qualità del gruppo di ricerca è notevole. I ricercatori senior sono italiani con un’esperienza internazionale ed un buon curriculum di pubblicazioni.  Passione per la ricerca, spirito di gruppo e senso di appartenenza alla comunità scientifica mi sembrano essere le qualità che meglio illustrano le caratteristiche di spicco del gruppo. Questo è  emerso chiaramente ai numerosi ospiti che hanno visitato il centro ricerche Schering-Plough per discutere dati, presentare modelli e risultati o semplicemente di passaggio per salutare amici. La qualità dei ricercatori  e questa atmosfera sono sicuramente una buona base perché il centro ricerche della Schering-Plough continui il percorso sulla strada della “buona ricerca”. Da parte mia “i  migliori auguri!”.

 

Notizie dall'Università (a cura di Francesco Rossi)
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 Concorsi per docenti universitari
Sono state bandite lo scorso mese di ottobre le seguenti valutazioni comparative:
Settore scientifico disciplinare E07X – Farmacologia Settore scientifico-disciplinare V33A – Farmacologia e Tossicologia Veterinaria Per il prossimo anno sono previste quattro tornate concorsuali da bandire entro la prima metà dei mesi di gennaio-aprile-luglio e ottobre.

 

Farmacologia Clinica (a cura di Achille Caputi)
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D.L. 297/99 - Riordino incentivi alla ricerca.
Contenuti del Decreto Ministeriale attuativo del MURST (in via di definizione)
FAR/Fondo Agevolazioni alla Ricerca.

Progetti autonomamente presentati per attività di ricerca proposte da costituende società

I soggetti che possono presentare le domande sono:
a)  professori e ricercatori universitari;
b)  personale di ricerca dipendente dagli enti di ricerca di cui all’articolo 8 del DPCM 30 dicembre 1993, n. 593, e successive modificazioni, ENEA, ASI;
c)  dottorandi di ricerca e titolari di assegni di ricerca di cui all’articolo 51, comma 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 499;

Le domande possono essere presentate anche congiuntamente con i seguenti soggetti:
a)  università, enti di ricerca di cui all’articolo 8 del DPCM 30 dicembre 1993, n. 593, e successive modificazioni, ENEA, ASI;
b)  società di assicurazione, banche iscritte all’albo di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, intermediari finanziari iscritti nell’elenco generale di cui all’articolo 106 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, fondi mobiliari chiusi istituiti con legge 14 agosto 1993, n. 344, società finanziarie per l’innovazione e lo sviluppo istituite con l’articolo 2 della legge n. 317 del 31 luglio 1991, fondi mobiliari chiusi di cui all’articolo 37 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, intermediari finanziari iscritti all’albo di cui all’articolo 107 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385;
c)  imprese che esercitino attività industriale diretta alla produzione di beni e/o di servizi;
d)  imprese che esercitano attività di trasporto per terra, per acqua o per aria;
e)  imprese artigiane di produzione di cui alla legge 8 agosto 1985, n.443;
f)  centri di ricerca con personalità giuridica autonoma promossi da uno o più soggetti di cui alle precedenti lettere a), b), c);
g)  consorzi e società consortili comunque costituiti, purché con partecipazione finanziaria superiore al 50% di soggetti ricompresi in una o più delle precedenti lettere a), b), c), d); il limite della partecipazione finanziaria è fissato al 30% per consorzi e società consortili aventi sede nelle aree considerate economicamente depresse del territorio nazionale ai sensi delle vigenti disposizioni comunitarie;
h)  i parchi scientifici e tecnologici indicati nella deliberazione MURST del 25 marzo 1994.

E’ importante evidenziare che i progetti devono essere presentati allegando formale dichiarazione di impegno dei soggetti proponenti a costituire una società entro i 3 mesi successivi alla eventuale selezione del progetto.

Inoltre si segnala che la domanda dovrà contenere i seguenti elementi:

La forma di intervento prevista è la seguente:
L’intervento del MURST a favore della nuova società è riconosciuto, nella forma del contributo nella spesa, nel limite massimo di 1 miliardo di lire, così suddiviso:
a)  50% dei costi giudicati ammissibili riferibili alle attività di ricerca industriale;
b)  25% dei costi giudicati ammissibili riferibili alle attività di sviluppo precompetitive;
c)  si applicano, altresì, le disposizioni di cui ai commi 21 e 22 del precedente articolo 5.

Le spese ammissibili (al netto di IVA) sono:
a)  spese di personale (ricercatori, tecnici, e altro personale ausiliario adibito all’attività di ricerca, dipendente dal soggetto proponente e/o in rapporto di collaborazione coordinata e continuativa);
b)  costo delle strumentazioni, attrezzature, terreni e fabbricati, di nuovo acquisto da utilizzare per l’attività di ricerca detratto l’eventuale valore derivante dalla cessione a condizioni commerciali ovvero dall’utilizzo a fini produttivi;
c)  costo dei servizi di consulenza e simili utilizzati per l’attività di ricerca, compresa l’acquisizione dei risultati di ricerche, di brevetti e di know-how, di diritti di licenza, ecc.;
d)  spese generali direttamente imputabili all’attività di ricerca, nella misura forfettizzata del 60% del costo del personale;
e)  altri costi d’esercizio (ad es. costo dei materiali, delle forniture e di prodotti analoghi) direttamente imputabili all’attività di ricerca.
Sono inoltre comprese le spese sostenute per studi relative alla proprietà intellettuale, studi di mercato, studi di fattibilità. La decorrenza delle spese ammissibili è fissata al  90° giorno successivo alla presentazione della domanda.

Il Decreto Legge sulle modalità procedurali sarà presumibilmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro la fine dell’anno.

 

In Breve
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Premi e Borse di Studio
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LA RIFORMA UNIVERSITARIA

Prof. Francesco Rossi
II Università di Napoli, Fac. di Medicina e Chirurgia, Ist. di Farmacologia e Tossicologia, Napoli

E’ noto a tutti che in questi ultimi anni il mondo universitario sta vivendo un periodo di gran fermento che si sta traducendo (e questo è forse l’aspetto più saliente) in una radicale riforma legislativa che quando giungerà alla sua piena realizzazione, modificherà in maniera sostanziale la vita e le attività degli atenei italiani.  Ecco in sintesi le più importanti novità:

1) Equiparazione delle lauree ai livelli europei.  Vi saranno due tipi di laurea:  quella di primo livello con durata di tre anni, finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro e quella di secondo livello che avrà la durata di due anni e consentirà il conseguimento della laurea specialistica.
2) I diplomi universitari diventeranno lauree di primo livello.  Per alcuni di essi  sarà prevista anche una laurea di secondo livello.
3) L’unità di misura dell’impegno degli studenti sarà rappresentato soltanto dai crediti.  Ogni credito equivarrà a 25 ore di "lavoro" inteso come frequenza alle lezioni, alle esercitazioni, ai lavori di gruppo, alle attività opzionali, allo studio personale.  In ogni anno di corso di laurea bisognerà realizzare 60 crediti formativi, pari a 1500 ore.
4) Per l’accesso all’Università, ogni Ateneo, per ogni corso di laurea, prevederà dei test di accesso allo scopo di verificare la preparazione dello studente in rapporto al corso di laurea scelto.  Lo studente potrà in ogni caso iscriversi al corso di laurea, anche se il test di accesso avrà risultato negativo, perché esso dovrà servire soltanto a stabilire se lo studente ha lacune formative da colmare, che costituiranno un ‘’debito formativo’’ da estinguere successivamente in maniera obbligatoria.  Fanno eccezione a queste modalità di accesso i Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Veterinaria ed Architettura, per i quali resterà l’accesso a numero programmato.
5) La riforma degli studi universitari sarà operativa per tutti i Corsi di laurea e per tutti gli Atenei dal prossimo anno accademico (2001-2002). Gli Atenei dovranno stabilire per gli studenti già iscritti, la facoltà e le modalità per una loro eventuale opzione per il nuovo ordinamento.
6) Ogni Ateneo, nell’ambito delle 42 classi di laurea che sono state definite, potrà differenziare e ampliare molto l’offerta formativa, avendone ampia autonomia.

 

Congressi e Corsi di Farmacologia
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SIF - Società Italiana di Farmacologia

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Vincenzo Cuomo

Consiglieri: Pier Luigi Canonico, Giorgio Cantelli Forti, Walter Fratta, Giovanni Gaviraghi, Carlo Riccardi, Francesco Rossi, Cesare Sirtori

Segretario: Alessandro Mugelli

Past President: Giancarlo Pepeu

Sede del Segretario:
Dip. Farmacologia - Viale Pieraccini 6, 50139 FIRENZE
Tel: (055) 4271264 - Fax: (055) 4271265/80
E-mail: mugelli@pharm.unifi.it

Segreteria Organizzativa:
Viale Abruzzi 32, 20131 Milano
Tel: (02) 29520311/29513303 - Fax: (02) 29520179
E-mail: sifcese@comm2000.it

Comitato di redazione: Vincenzo Cuomo, Alessandro Mugelli, Francesco Rossi

Direttore responsabile: Ennio Ongini

E-mail: ongini@nicox.com