SIF -  Società Italiana di Farmacologia                                                                       "SIF  Notizie Marzo 2001"

IV CONVEGNO MONOTEMATICO

ASPETTI BIOLOGICI DELL’OSSIDO DI AZOTO

URBINO, 6-7 OTTOBRE 2000


Il convegno si è svolto ad Urbino presso il collegio “Il Colle” ed è stato introdotto da una lettura magistrale del Prof. Masataka Mori (Kumamoto University School of Medicine, Kumamoto, Giappone) seguita da 17 comunicazioni orali e da una sessione posters in cui sono stati presentati 20 lavori. Questa iniziativa è stata sponsorizzata congiuntamente dalla SIF e dalla SIB e gli oltre cento partecipanti provenivano da diverse Università ed in piccola parte dalle industrie farmaceutiche. La trasversalità ed il carattere informale del Convegno sono stati fattori determinanti per il successo dell'iniziativa; le ampie discussioni che seguivano le comunicazioni sono state arricchite da competenze molto diverse e spesso complementari.

Il monossido di azoto (NO) controlla diverse funzioni fisiologiche, quali la regolazione del lume vasale, la neurotrasmissione, ecc.. Tuttavia, quando prodotto in quantità eccessive, il NO può causare la formazione di specie reattive dell’azoto altamente citotossiche che sembrano essere di grande importanza in numerose patologie. Anche una insufficiente formazione di NO può essere causa di patologie.

Il NO viene prodotto dalla ossidazione della L-arginina in L-citrullina mediata da una famiglia di enzimi di NO sintasi comprendente due isoforme costitutive ed una inducibile. La disponibilità di L-arginina rappresenta quindi uno dei fattori critici che regolano la produzione di NO.

Nella sua brillante presentazione, il Prof. Mori ha messo in evidenza che l’uptake della L-arginina, la sua degradazione ed il recycling della L-citrullina a L-arginina (mediato dalla argininosuccinato sintetasi e dalla argininosuccinato liasi) possano rappresentare validi bersagli farmacologici per regolare la produzione di NO in quelle situazioni patologiche in cui si instaura una ridotta od eccessiva formazione di NO. Questi tipi di approccio potrebbero avere numerosi vantaggi rispetto all’utilizzo di donatori di NO o di inibitori della NOS.

Una alternativa alla inibizione della NOS per ridurre gli effetti citotossici delle specie reattive del NO è stata proposta dai farmacologi di Catania e di Urbino. Il Prof. Cuzzocrea (Catania) ha fornito chiare evidenze che il perossinitrito media i danni da ischemia/riperfusione in un modello di occlusione e riperfusione dell’arteria splancnica nel ratto. Nello stesso modello, ha poi dimostrato che la decomposizione catalitica del perossinitrito indotta da FeTMPS promuove importanti effetti protettivi. Nella relazione del Prof. Cantoni (Urbino) è stata contestata l’opinione diffusa che il perossinitrito sia semplicemente un prodotto non specifico e reattivo che danneggia le biomolecole e quindi causa citotossicità. L’osservazione che in alcuni modelli cellulari il perossinitrito endogeno (od esogeno) attiva la fosfolipasi A2, e che prodotti delle cicloossigenasi, ed in particolare delle lipossigenasi, sono responsabili della morte cellulare perossinitrito-dipendente, suggerisce che l’inibizione farmacologica di questi sistemi enzimatici possa essere utilizzata per prevenire il danno mediato dal perossinitrito.

Diverse altre relazioni hanno esaminato nuovi importanti effetti fisiopatologici del NO.

La Dott. Donnini (Farmacologia Siena e Firenze) ha presentato interessanti risultati sul ruolo del NO nell’angiogenesi suggerendo che la modulazione farmacologica di questo mediatore rappresenti una prospettiva promettente nello sviluppo di strategie terapeutiche pro- o anti-angiogeniche. Il Dott. Vairano (Farmacologia Univ. Cattolica Roma) ha messo su posizione critica la nozione che gli astrociti siano il più importante sito di produzione di NO e PGE2 nel SNC dimostrando che questo ruolo viene svolto con maggior efficacia dalla microglia attivata. La Dott. Paolucci (Dibit Milano, Farmacologia Univ. della Calabria, Rende) ha riportato risultati che dimostrano un ruolo del NO nel modulare la funzionalità delle cellule dendritiche. In particolare, ha dimostrato che il TNFalfa riduce l’endocitosi di cellule dendritiche umane attraverso un meccanismo in parte mediato da ceramide. Il NO esogeno preveniva la formazione di ceramide e quindi inibiva gli effetti del TNF alfa sulla capacità di endocitare delle cellule dendritiche.

La Prof. Masini ha illustrato i risultati di uno studio che dimostra che nel glaucoma primario ad angolo aperto sono presenti significative anomalie dell’emodinamica dell’arteria oftalmica associate ad un’alterata produzione di NO ed ha suggerito che la modulazione farmacologica di questo mediatore possa rappresentare un possibile sviluppo terapeutico nel trattamento del glaucoma a bassa pressione.

La Dr.ssa Giustarini (Farmacologia Siena) ha preso in esame i fenomeni di S-nitrosilazione e S-tiolazione dimostrando che questi ultimi avvengono più velocemente dei precedenti ed ipotizzando che la S-tiolazione possa mediare molti degli effetti attribuiti al NO.

I colleghi biochimici (Prof. Palmerini, Perugia; Dott. Salvati, Roma tre; Prof. Sarti, Roma “La Sapienza”, Dott. Mariotto, Verona; Prof. Ghigo, Torino; Dott. Malan, Torino), dell’ISS (Dott. Pietraforte) e dell’industria (Dott. Vecchiato e Dott. Lazzarini, GlaxoWellcome, Verona) hanno presentato interessanti risultati con notevoli implicazioni di carattere farmacologico.

Va infine ricordato che importanti risultati sono stati presentati anche nella sessione Posters (20) che è stata seguita con estremo interesse da tutti i partecipanti e che è stata oggetto di numerose e stimolanti discussioni.

Orazio Cantoni

 


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